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martedì, Dicembre 10, 2024

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Perché in Giappone i tatuaggi sono malvisti?

Il Giappone è un paese ricco di tradizioni, nonostante abbia uno stile di tatuaggio, l’Irezumi, conosciuto in tutto il mondo, all’interno del suo territorio le persone tatuate non sono ben viste.

I primi tatuaggi risalgono al VII secolo e venivano utilizzati per punire i criminali. Marchiare i loro corpi con delle scritte con i crimini commessi era una punizione che veniva eseguita in cambio alla pena di morte. Intorno nel XVII secolo i criminali iniziarono a coprire i propri tatuaggi e misero così fine a questo metodo di punizione.

Successivamente nel XVIII secolo, gli Yakuza, mafiosi giapponesi, iniziarono a tatuarsi tutto il corpo come simbolo di appartenenza. In questo stesso periodo, il Giappone fece un decreto dichiarando i tatuaggi come simbolo di appartenenza alla criminalità.

Nonostante i confini giapponesi sono più aperti rispetto al passato al giorno d’oggi ci sono ancora dei posti dove non è permesso recarsi con i tatuaggi in bella vista. In luoghi comuni come piscine pubbliche, palestre o nei bagni termali ci sono appositi cartelli di divieto d’accesso. Questo discorso vale soprattutto per i giapponesi, difatti sono consapevoli che negli altri paesi le cose funzionano in maniera differente.

Per chi volesse fare un viaggio in questo Paese deve tenere conto che in alcuni posti c’è la possibilità che vi venga richiesto di coprire i propri tatuaggi con abiti lunghi, sciarpe o bende.

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